La forma dell'acqua

Anno:  2017
Genere: Drammatico, Fantastico
Regia: Guillermo del Toro
Sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Vanessa Taylor
Attori principali: Sally HawkinsMichael ShannonRichard JenkinsOctavia SpencerMichael StuhlbargDoug Jones

Guillermo Del Toro prosegue il suo percorso narrativo, intrapreso già CON il "Labirinto del Fauno", realizzando un piccolo gioiello di realismo poetico.

"Realismo poetico" è una definizione che mi è scaturita spontaneamente non appena ho visto Il labirinto del fauno e che ha trovato ulteriore conferma in questo nuovo lavoro di Del Toro.
In quest'opera si fondono in un equilibrio sorprendente due piani narrativi apparentemente incompatibili: poesia visionaria e realismo disincantato.
Del Toro ha un raro talento, confeziona fiabe per adulti dove il racconto fantastico si intreccia con una rappresentazione del reale che non fa sconti; mette in mostra con occhio cristallino le sfaccettature della natura umana, deprecabili, delicatamente tenere o erotiche, incastonando il tutto all'interno di un immaginario visivo personale, unico e coerente.

La storia è molto semplice e presto detta: Elisa Esposito, orfana e muta, lavora presso un laboratorio in cui i militari portano e rinchiudono una misteriosa creatura marina. Tra Elisa e l'anfibio si instaurerà una delicata relazione, che porterà la ragazza a liberare il mostro per riconsegnarlo al mare, ma dovrà affrontare l'uomo crudele che ha il compito di custodire ed eliminare a tutti i costi la creatura.

Che Guillermo Del Toro amasse svisceratamente il cinema in generale e che fosse in qualche modo affezionato a questa creatura è cosa nota. Oltre ad essere una chiara citazione di uno dei caposaldi della cinematografia fantastica anni '50, Il mostro della laguna nera, di Jack Arnold, una creatura molto simile la si ritrova co-protagonista nella saga di Hellboy, dunque non stupisce la sua scelta di affidare nuovamente un ruolo fondamentale a questo topos: il mostro marino.



Ma intorno alla creatura vive intenso un mondo pieno di stimoli, dettagli e simboli, che testimoniano per l'appunto l'amore del regista per il cinema in generale.
L'acqua in primis è elemento dominante che pervade la pellicola e ne imposta i colori e la sensazione continua di umidità, come per indurci a condividere, anche fisicamente, l'habitat della creatura, nella stessa misura in cui accade anche alla bravissima Sally Hawkins, durante lo svolgersi della storia.
Il film poi è pieno di temi, connessioni e invenzioni che lo rendono unico: c'è il musical, da Shirley Temple che sale la scala a suon di tiptap, ripreso poi dai personaggi del film, c'è il mutismo della protagonista, che aumenta la drammaticità della comunicazione e dei "dialoghi", c'è il cattivo, un Michael Shannon in stato di grazia, che esprime la sua acrimonia attraverso gesti e accenti esasperati (quelle caramelle sgranocchiate di fronte ai suoi interlocutori scricchiolano ancora nelle orecchie, usciti dalla proiezione).
Tutta l'ambientazione anni '50, oltre a connotare storicamente e politicamente il film, è un piacere per gli occhi e, grazie agli arredamenti e alle luci, diventa ingrediente fondamentale e dna della pellicola.
Ogni elemento è circolare e ha un suo posto nell'equilibrio della vicenda, dalle uova che bollono nell'acqua delle prime inquadrature, donate poi come cibo alla creatura ma anche all'amico dirimpettaio, alle ferite sul collo della protagonista che l'hanno resa muta.

"E' sorprendente come Del Toro inserisca anche temi come sessualità e omossessualità in film di questo genere, con delicatezza e naturalezza del tutto inusuali nella cinematografia comune."

Un cenno va fatto anche agli attori, che sono riusciti a dipingere con maestria personaggi fortemente iconici. Sally Hawkins riesce nel difficile compito di esprimere con gesti ed espressioni tutta la gamma di emozioni che la accompagnano durante questo viaggio di scoperta, dalla solitudine e ripetitività della vita precedente a quella di amore e scardinamento alla presenza della creatura. All'altro polo, l'agente Michael Shannon che opera in un crescendo di tensione e frustrazione nella caccia al mostro, con una durezza e crudeltà che sembrano quasi manifestarsi fisicamente in quella cancrena che gli devasta le dita mozzate dalla creatura, successivamente reinnestate.

Il film ha ricevuto molti riconoscimenti ed ha vinto quattro Oscar: miglior film, miglior regia, migliore colonna sonora, migliore scenografia.

Curiosità

Leggendo fino alla fine i titoli di coda, alla voce "Creature Vocals" chi troviamo?
Proprio Guillermo del Toro, che evidentemente ha voluto dare un tocco personale alla sua creatura, donandole la propria voce.
Doug Jones è l'attore che interpreta la creatura marina, sia ne La forma dell'acqua, che nella precedente saga di Hellboy.
La forma dell'acqua è anche un libro di Camilleri del 1994.

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